Abuso dei permessi legge 104: quando rischi il licenziamento?
Ti spiego in questo articolo quando rischi il licenziamento in tronco per abuso dei permessi legge 104 e quali sono le "buone pratiche" per evitare qualsiasi tipo di problema.
In questo articolo proviamo a fare chiarezza, anche sulla base di sentenze della Cassazione e dei tribunali, sugli abusi legati alla fruizione dei permessi legge 104. Ovvero, quando si rischia in concreto, nel pubblico e nel privato, il licenziamento per giusta causa (e una possibile denuncia penale).
Quali sono i comportamenti da evitare e quali invece le “buone pratiche” per evitare qualsiasi problema e assicurare al familiare con disabilità le cure e l’assistenza necessaria che è legata all’assenza retribuita dal lavoro.
Ecco cosa troverai in questo articolo.
Permessi 104 – natura e scopo
1.1 Fondamento normativo (legge 104/1992, art. 33)
1.2 Giorni e frazionamento: tre giorni mensili o riposi orari
1.3 Copertura retributiva e contributiva INPSDestinatari e requisiti essenziali
2.1 Lavoratori con handicap grave
2.2 Caregiver: coniuge, unione civile, convivente di fatto, parenti/affini entro il 2° grado
2.3 Estensione al 3° grado in mancanza dei familiari più prossimi
2.4 Certificazione di “handicap in situazione di gravità” (art. 3, c. 3)
2.5 Lavoro subordinato e divieto di ricovero a tempo pieno
2.6 Procedura di domanda a INPS e datore di lavoro
2.7 Superamento del “referente unico” (novità dal 13 agosto 2022)Abuso dei permessi 104
3.1 Definizione di uso distorto e doveri di buona fede
3.2 Criterio della “funzionalità all’assistenza”
3.3 Esempi di abuso: lavoro extra, attività ricreative, gite
3.4 Sanzioni: licenziamento per giusta causa e giurisprudenza di Cassazione
3.5 Attività collaterali ammesse (spesa, farmaci, pratiche burocratiche)Buone prassi per evitare contestazioni
4.1 Programmare le assenze secondo i bisogni del disabile
4.2 Documentare visite, acquisti e commissioni utili
4.3 Trasparenza con il datore di lavoro e possibili controlli
4.4 Equilibrio tra diritto al permesso e responsabilità verso il posto di lavoro
Cosa sono i permessi 104?
I “permessi 104” sono periodi di assenza retribuita dal lavoro riconosciuti ai sensi della legge n. 104 del 1992, una normativa che tutela le persone con disabilità e chi le assiste.
In particolare, l’art. 33 della legge 104/92 prevede che, a condizione che la persona disabile non sia ricoverata a tempo pieno, “il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravità […] ha diritto a usufruire di tre giorni di permesso mensile retribuito”.
Si tratta dunque del diritto, per il dipendente, di assentarsi dal lavoro conservando la normale retribuzione per dedicarsi alla cura di un familiare disabile grave o per provvedere alle proprie necessità legate a una disabilità personale.
I permessi possono assumere forme diverse a seconda dei casi. Spettano tre giorni di permesso retribuito al mese, frazionabili anche in modalità oraria. In alternativa, nei casi previsti (ad esempio per il lavoratore disabile), la legge consente di fruire di riposi giornalieri di due ore al giorno in luogo dei giorni interi.
L’obiettivo è agevolare il lavoratore nel conciliare l’attività lavorativa con le esigenze di assistenza, senza dover rinunciare allo stipendio. I permessi 104 sono coperti dall’INPS e considerati come tempo di lavoro effettivo, quindi non comportano penalizzazioni economiche o contributive per chi ne usufruisce.
È importante sottolineare che i permessi della legge 104 rappresentano una misura di welfare fondamentale del nostro ordinamento, pensata per sostenere l’inclusione sociale delle persone con disabilità e dei loro familiari.
Permettono infatti di affrontare cure, terapie, visite mediche o semplicemente di prestare assistenza quotidiana al familiare in difficoltà, garantendo al contempo la sicurezza del posto di lavoro.
Proprio perché rivestono una finalità così delicata e importante, il legislatore ha vincolato il loro utilizzo esclusivamente allo scopo assistenziale previsto, come vedremo, prevedendo conseguenze severe in caso di uso distorto o abusivo di questa agevolazione.