Apparecchio acustico gratis dall’ASL? Tutto quello che devi sapere
Ti spiego in questo articolo tutto quello che serve per avere un apparecchio acustico gratis dall'ASL. Le procedure, i tempi, cosa scegliere e a chi rivolgersi.
L’ipoacusia non è solo una questione di volume, è un confine invisibile che può isolare dalle conversazioni, dagli affetti, dalla vita di tutti i giorni.
Gli apparecchi acustici rientrano fra le prestazioni garantite dal Servizio Sanitario Nazionale. Il paradosso è che molti rinunciano per timore della burocrazia o per mancanza d’informazioni: non sanno che esiste un percorso chiaro – dai test audiometrici alla prescrizione, dall’autorizzazione della ASL alla consegna – né immaginano che, se lo desiderano, possono scegliere modelli di fascia più alta integrando solo la differenza di prezzo.
Questa guida nasce proprio per fare luce su ogni passaggio: chi ne ha diritto e a quali condizioni, come si deposita la domanda, quali modelli sono disponibili oggi (dai retroauricolari classici agli endoauricolari quasi invisibili, fino ai dispositivi ricaricabili con Bluetooth), quanto tempo occorre per ottenerli, cosa fare se non funzionano a dovere e come comportarsi se si vuole puntare su un apparecchio più evoluto.
Il tutto alla luce delle norme più recenti – dai Livelli Essenziali di Assistenza alle circolari applicative aggiornate al 2025 – e con esempi pratici che rendono il percorso meno astratto.
In poche pagine troverai una bussola affidabile per trasformare il “muro di suoni smorzati” in un ritorno nitido alle voci, alla musica, ai rumori quotidiani che danno ritmo alla vita. Perché recuperare l’udito non è solo un diritto sancito dalle leggi: è un gesto di salute, di relazione e, in fondo, di pienezza esistenziale.
Ecco cosa troverai in questo contenuto.
Il senso di una protesi – Perché la perdita uditiva va affrontata subito e come il Servizio Sanitario Nazionale rende l’ascolto un diritto garantito.
Chi può richiederla – Requisiti clinici e amministrativi: invalidità civile, percentuali di ipoacusia, eccezioni per minori e categorie protette.
Primo passo in ambulatorio – Dal medico di base allo specialista ORL, gli esami audiometrici e la prescrizione su modulo SSN.
Documenti da presentare – Prescrizione, verbale di invalidità, preventivo del centro audioprotesico, tessera sanitaria: il dossier da consegnare all’Ufficio Protesi.
L’autorizzazione dell’ASL – Tempi medi, controlli formali e cosa succede se manca qualche allegato.
Scelta dell’apparecchio – Retroauricolare, endoauricolare, conduzione ossea: criteri clinici, estetici e di stile di vita per individuare il modello migliore.
Consegna e collaudo – Dal ritiro in negozio ai 60 giorni di prova con regolazioni personalizzate, fino al via libera definitivo dello specialista.
Se qualcosa non funziona – Aggiustamenti, sostituzione in garanzia, rinnovo anticipato prima dei cinque anni e tutele dell’utente.
Extra e upgrade – Come funziona la “riconducibilità”: l’ASL paga il modello base, l’assistito può integrare la differenza per un dispositivo di fascia superiore.
Norme di riferimento – LEA, DPCM 12/01/2017, circolari ministeriali 2023-2025, linee guida INPS-INAIL: gli atti che sostengono ogni passaggio.
Chi ha diritto a ricevere un apparecchio acustico dall’ASL?
Gli apparecchi acustici possono essere forniti gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale (tramite l’ASL di residenza) a chi soffre di deficit uditivo e rientra in specifici requisiti previsti dalla normativa vigente.
In particolare, ne hanno diritto gli invalidi civili ai quali sia stata riconosciuta un’invalidità pari o superiore al 34% per problemi di udito. Questo normalmente corrisponde ad una ipoacusia bilaterale significativa: negli adulti la perdita uditiva dev’essere piuttosto elevata (indicativamente almeno ~55 dB HL di deficit medio nell’orecchio migliore, valutato su più frequenze) perché la sordità venga considerata invalidante ai fini protesici.
Chi ha una perdita uditiva meno grave può comunque ottenere l’apparecchio se, sommando altre patologie certificate, raggiunge almeno un terzo di invalidità complessiva.
Hanno inoltre diritto alla fornitura tutti i minorenni con deficit uditivo, senza soglie di perdita predeterminate (basta la necessità clinica, data l’importanza dell’udito per lo sviluppo). Rientrano tra gli aventi diritto anche categorie particolari come gli invalidi di guerra o per servizio e le persone con invalidità totale (100%) che necessitino di protesi acustiche.
In caso di sordità derivante da infortuni sul lavoro, invece, la fornitura dell’apparecchio è a carico dell’INAIL (l’ente assicurativo per i lavoratori) con procedure dedicate.
L’unica condizione in cui l’ASL non prevede l’assegnazione di una protesi acustica è la sordità totale bilaterale (cofosi), poiché in assenza di qualsiasi residuo uditivo utilizzabile l’apparecchio tradizionale non sarebbe efficace.
In tutti gli altri casi di ipoacusia documentata associata a invalidità riconosciuta, l’ASL garantisce l’assistenza protesica in base ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) aggiornati (DPCM 12 gennaio 2017).