Come cambia l’assegno ordinario rispetto all’età?
Vediamo se e come cambia l'importo dell'assegno ordinario rispetto all'età. Ovvero se ci sono differenze tra chi lo riceve prima o dopo i 57 anni.
L’assegno ordinario di invalidità è il principale strumento previdenziale con cui l’INPS garantisce un reddito a chi, pur non avendo ancora l’età per la pensione di vecchiaia, vede ridursi in modo importante e permanente la propria capacità lavorativa.
Nelle prossime righe analizzeremo in modo chiaro e completo che cos’è questa prestazione, a chi spetta, quali requisiti sanitari e contributivi occorre dimostrare, perché la legge parla di invalidità “specifica” e come viene accertata.
Spiegheremo inoltre il meccanismo dei rinnovi triennali e, soprattutto, illustreremo come l’importo dell’assegno varia (o resta invariato sotto i 57 anni) al crescere dell’età, con esempi pratici per lavoratori di 45, 50, 55 e 60 anni che abbiano vent’anni di contributi e una retribuzione media di 1.500 euro mensili.
Un percorso divulgativo ma rigoroso, basato su norme e circolari aggiornate al 2025, utile per capire davvero cosa aspettarsi quando un’invalidità importante interrompe – o riduce drasticamente – la continuità del lavoro.
Ecco cosa troverai in questo contenuto.
Che cos’è l’assegno ordinario di invalidità
natura previdenziale, differenze con l’assegno di invalidità civile
Destinatari
2.1 Lavoratori dipendenti privati e autonomi
2.2 Iscritti alla Gestione Separata
2.3 Estensione progressiva ai neo-assunti del pubblico impiegoRequisiti di accesso
3.1 Requisito sanitario: perdita permanente di oltre due terzi della capacità lavorativa
3.2 Requisito contributivo: 5 anni totali di contributi, di cui 3 negli ultimi 5
3.3 Incompatibilità con altre prestazioni (rendite INAIL, assegno di invalidità civile)Invalidità specifica e sue motivazioni
differenza con l’invalidità civile “generica”
centralità del profilo professionale individuale
Procedura di accertamento
domanda all’INPS e visita della commissione medico-legale
Durata e rinnovi
6.1 Prima concessione triennale
6.2 Due rinnovi possibili e trasformazione a definitivo dopo il sesto annoCalcolo dell’importo
7.1 Regole retributive e contributive
7.2 Coefficienti di trasformazione legati all’età
7.3 Eventuale integrazione al minimo per periodi ante-1996Evoluzione con l’età
crescita progressiva dell’importo
contributi figurativi maturati durante la prestazione
Trasformazione in pensione di vecchiaia
automatica a 67 anni se presenti i requisiti ordinari
garanzia dell’importo non inferiore all’assegno percepito
Funzione sociale dell’assegno ordinario
tutela economica ponte fra attività lavorativa e pensione di vecchiaia
Cos’è l’assegno ordinario?
L’assegno ordinario di invalidità è una prestazione economica erogata dall’INPS ai lavoratori che, a causa di problemi di salute, abbiano subito una riduzione permanente della capacità di lavoro superiore ai due terzi.
In altre parole, è un assegno mensile che spetta a chi non è più in grado di lavorare come prima, pur non essendo totalmente inabile. Si tratta di un beneficio previdenziale (cioè legato ai contributi versati) introdotto dalla legge n. 222/1984.
Da non confondere con l’assegno di invalidità civile previsto dalla legge n. 118/1971, che è invece assistenziale e dipende dal reddito personale: l’assegno ordinario INPS richiede i contributi e una valutazione medico-legale, e non è reversibile ai familiari superstiti (se il titolare viene a mancare, i familiari potranno semmai ottenere la pensione di reversibilità secondo le regole generali).
In sostanza, l’assegno ordinario è un sostegno “anticipato” verso la pensione per chi, nel corso della vita lavorativa, subisce un’invalidità lavorativa parziale importante.