Disabile licenziato per superamento del comporto: discriminazione indiretta
Ti spiego perché e quando secondo la Cassazione se una persona con disabilità viene licenziata per superamento del comporto potrebbe aver subito una discriminazione indiretta.
Ti spiego in questo articolo quando il licenziamento di una persona con disabilità per il superamento del periodo di comporto (il periodo massimo di assenza per malattia) non solo è ritenuto nullo, ma può anche essere considerato discriminatorio.
In questi casi, il lavoratore con disabilità, deve essere reintegrato e ha diritto a una risarcimento.
La questione può interessare molti lavoratori con disabilità che si trovano in condizioni simili.
In questo articolo analizzo, in modo semplice, quali sono state le conclusioni dei giudici della Cassazione.
Ecco cosa troverai in questo articolo:
Introduzione: una sentenza per i diritti dei lavoratori disabili
Un caso esemplare: il diritto alla reintegra e al risarcimento.
Perché le assenze legate alla disabilità non devono essere trattate come quelle degli altri lavoratori.
La vicenda in breve
Il licenziamento per superamento del periodo di comporto.
La decisione della Corte d'Appello: licenziamento nullo e obbligo di reintegra.
Cos’è il "periodo di comporto"?
Definizione e regole generali.
Come il periodo di comporto diventa discriminatorio per i disabili.
La sentenza della Corte di Cassazione
La conferma dell'illegittimità del licenziamento.
I principi chiave: tutela della disabilità e accomodamenti ragionevoli.
Discriminazione indiretta: quando una regola "neutra" diventa ingiusta
Differenza tra discriminazione diretta e indiretta.
Il caso concreto: l'impatto delle regole sui lavoratori disabili.
L’obbligo degli accomodamenti ragionevoli
Cosa prevede la normativa europea e nazionale.
Le omissioni dell'azienda nel caso specifico.
I dettagli del procedimento giudiziario
L’eccezione di tardività: perché è stata respinta.
L'applicazione del principio di "translatio iudicii".
Effetti pratici della sentenza
Le conseguenze per l'azienda: reintegra e risarcimento.
Implicazioni per altri lavoratori disabili.
Riferimenti normativi e giurisprudenziali
Una guida ai principali articoli di legge e sentenze citate.
Conclusione: un precedente fondamentale per la tutela dei diritti
La disabilità come elemento di tutela, non di discriminazione.
Un messaggio chiaro alle aziende: il dovere di adottare misure adeguate.
La sentenza delle Cassazione
La Corte di Cassazione (Sezione Lavoro) ha deciso, con la sentenza del 31 maggio 2024, n. 15282, che un lavoratore disabile, licenziato per aver superato il periodo di comporto (cioè il limite di giorni di malattia consentiti), ha diritto alla reintegra nel proprio posto di lavoro e al risarcimento del danno.
Il motivo è semplice: se le assenze sono dovute alla disabilità, non si possono conteggiare come quelle di un lavoratore che non ha un handicap.
La vicenda in breve
Licenziamento per assenze dovute a malattia
Un dipendente con disabilità è stato licenziato perché aveva superato i giorni di malattia previsti dall’art. 4 del CCNL Federculture.Sentenza di Appello: licenziamento nullo
La Corte territoriale ha annullato il licenziamento, rilevando che le malattie erano direttamente collegate alla sua disabilità. Di conseguenza, applicare al lavoratore disabile lo stesso limite di assenze previsto per i lavoratori non disabili è risultato discriminatorio (discriminazione indiretta).Obbligo di “misure adeguate”
Secondo l’art. 3, comma 3-bis, del D.Lgs. n. 216/2003, la datrice di lavoro doveva adottare soluzioni (accomodamenti ragionevoli) per evitare questa discriminazione. Avrebbe, quindi, potuto escludere dal conteggio del periodo di comporto le giornate di malattia imputabili alla disabilità, soprattutto perché conosceva lo stato di invalidità del dipendente.
La decisione della Cassazione
La datrice di lavoro ha presentato ricorso in Cassazione, mentre il dipendente ha resistito. La Corte Suprema ha confermato la necessità di considerare in modo diverso le assenze dovute alla disabilità, perché non è legittimo licenziare un lavoratore disabile applicando semplicemente le stesse regole valide per chi non è disabile.
Di conseguenza:
Il licenziamento è nullo.
Il lavoratore va reintegrato e deve ricevere un risarcimento economico.
In questo articolo ti spiego nel dettaglio l’intero percorso giudiziario di questa vicenda e i riferimenti di legge che sono stati citati dalla Cassazione. Una rilettura semplificata dell’ordinanza che può essere utile ad altri lavoratori e lavoratrici che si trovano nelle stesse situazioni.