I requisiti legge 104 per tutte le agevolazioni
Vediamo quali sono i requisiti necessari per avere diritto a una serie di agevolazioni previste dalla Legge 104 per le persone con disabilità e i caregiver. Una piccola guida utile.
Ti spiego in questo vademecum quali sono i requisiti necessari previsti dalla legge 104 per avere diritto a una serie di agevolazioni.
Ci soffermiamo in particolare su permessi, congedi, acquisti, contributi, anticipo pensione, spese sanitarie.
I requisiti cambiano da prestazione a prestazione, e questo ho serve come base per capire chi ha diritto e come a determinati benefici.
Molto spesso è necessario avere il riconoscimento della legge 104 in situazione di gravità. Ovvero l’articolo 3, comma 3.
Altri benefici possono essere concessi anche se la disabilità accertata dalle commissioni medico legali non è grave, a seconda del tipo di aiuto richiesto (quindi con il comma 1).
Oltre alla legge 104, esistono altri provvedimenti normativi che concedono ulteriori supporti a chi ha una disabilità.
In questa guida avrai una panoramica generale delle agevolazioni.
Ecco cosa contiene il contenuto che ti appresti a leggere.
Requisiti per la legge 104
Scopri quali minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali danno diritto alla certificazione di disabilità. Il testo chiarisce anche la differenza tra una disabilità lieve e una condizione più grave (articolo 3, comma 3), che richiede un’assistenza continua.Che differenza c’è tra disabilità, invalidità e non autosufficienza
Un confronto diretto per capire come il concetto di disabilità (legato allo svantaggio sociale) si distingue dalla riduzione della capacità lavorativa (invalidità) e dall’incapacità di svolgere gli atti quotidiani (non autosufficienza).Agevolazioni legge 104: quali sono i requisiti
Uno sguardo alle principali forme di sostegno che la normativa offre, dai permessi lavorativi alla possibilità di usufruire di vantaggi fiscali, spiegando quando serve la disabilità grave e quando basta un riconoscimento meno severo.Permessi retribuiti: come funzionano e a chi spettano
Un approfondimento sulle condizioni per ottenere i tre giorni mensili di assenza dal lavoro, chiarendo i requisiti del disabile stesso e dei familiari che lo assistono.Congedo straordinario: chi può richiederlo e per quanto tempo
Analisi delle regole che consentono di assentarsi dal lavoro fino a due anni, per assistere un familiare con handicap grave. Il testo spiega chi ha diritto al congedo, in quali circostanze e con quali limiti.Priorità nella scelta della sede e rifiuto al trasferimento
Indicazioni su come la legge 104 garantisca, a chi è disabile o assiste un familiare disabile, la possibilità di restare vicino al domicilio. Emergeranno le differenze tra i diritti dei dipendenti pubblici e quelli dei dipendenti privati.Rifiuto al lavoro notturno
Spiegazione dei casi in cui il lavoratore con disabilità grave, o chi assiste un disabile grave, può evitare i turni notturni, presentando la necessaria documentazione che ne giustifichi l’esigenza.Agevolazioni per l’acquisto di veicoli
Illustrazione delle misure fiscali per l’acquisto di auto o mezzi adattati, comprensive di detrazione IRPEF, IVA ridotta, esenzione bollo auto e imposta di trascrizione. Sono elencate le categorie di disabili ammesse e le procedure da seguire.Detrazione per figlio disabile a carico
Un chiarimento su come aumentano le normali detrazioni fiscali quando nel nucleo familiare è presente un figlio con disabilità, a quali condizioni si applica e come gestire la dichiarazione dei redditi.Contributo per l’abbattimento delle barriere architettoniche
Panoramica sulla Legge 13/1989 e sul legame con la legge 104. Il testo mostra quali opere (ad esempio ascensori, rampe, adattamenti dei bagni) possono ottenere un contributo e quali procedure vanno seguite in Comune.Agevolazioni per l’acquisto di sussidi tecnici e informatici
Sezione dedicata all’IVA ridotta e alla detrazione IRPEF per dispositivi come computer, software di sintesi vocale o tastiere speciali. Viene spiegato come documentare l’utilità di tali strumenti per la disabilità.Pensione anticipata e Ape sociale per chi assiste familiari con la 104
Spiegazione delle regole che consentono di andare in pensione prima, grazie alla quota 41 per i lavoratori precoci e all’Ape sociale. Si approfondiscono i criteri di età, di contribuzione e i documenti necessari per dimostrare l’assistenza al familiare disabile.Opzione donna per chi assiste familiari con la 104
Dettagli su come le lavoratrici con 35 anni di contributi possono andare in pensione anticipata, dimostrando di aver prestato assistenza continuativa a un familiare disabile. Anche qui, il testo illustra i requisiti e i limiti normativi.Detrazione e deduzione delle spese mediche
Elenco di quali costi sanitari e ausili (dalla fisioterapia agli apparecchi acustici) possono essere detratti al 19% o dedotti dal reddito, senza franchigia. Viene anche chiarita la documentazione da conservare (verbali, fatture, prescrizioni) per attestare la spesa.
Quali sono i requisiti per la legge 104?
Per accedere alla maggior parte dei benefici previsti dalla legge 104, è ovviamente necessaria la certificazione di disabilità. Deve indicare la presenza di una minorazione fisica, psichica o sensoriale, che può essere stabile o in evoluzione, e che compromette la normale capacità di apprendere, di relazionarsi o di lavorare.
Il verbale che attesta la disabilità è rilasciato da una commissione medica, e la gravità è valutata in base a quanto incide sull’autonomia della persona.
La definizione di disabilità in situazione di gravità si applica quando la minorazione, singola o multipla, riduce l’autonomia personale al punto da richiedere un’assistenza continua e totalizzante.
In questi casi, la disabilità non riguarda solo la salute, ma ha forti ripercussioni sulla vita di ogni giorno, rendendo necessario un sostegno costante di terze persone. La disabilità può comunque essere riconosciuta anche senza gravità, qualora la menomazione, pur incidendo su determinate funzioni, non richieda un aiuto continuo.
Alcuni verbali di accertamento possono riportare anche un’invalidità superiore ai due terzi, ma invalidità e disabilità non coincidono.
L’invalidità fotografa la riduzione della capacità lavorativa (o di svolgere funzioni adatte all’età, se il soggetto è troppo giovane o anziano), mentre la disabilità (o handicap) sottolinea lo svantaggio sociale ed esistenziale che deriva dalla menomazione.
Entrambi i riconoscimenti possono essere presenti nella stessa persona, ma sono valutati con metodi diversi e producono effetti distinti.
Luciano Trapanese è autore dell’ebook: “Guida sui Permessi 104: tutto quello che devi sapere e le eccezioni”. Dagli un’occhiata, se vuoi approfondire il tema.
Che differenza c’è tra disabilità, invalidità e non autosufficienza
La persona con disabilità affronta uno svantaggio sociale ed esistenziale legato a una o più menomazioni che ostacolano la sua vita quotidiana, il lavoro o le relazioni.
L’invalidità misura invece quanto le stesse menomazioni riducono la capacità lavorativa, se la persona è in età da lavoro, oppure la possibilità di svolgere le attività adeguate alla propria età, se è troppo giovane o anziana.
La non autosufficienza si manifesta quando la persona non riesce a compiere da sola gli atti di ogni giorno (come mangiare o lavarsi) oppure non è in grado di deambulare senza accompagnamento.
Questi tre riconoscimenti possono coesistere, ma ognuno dipende da valutazioni e commissioni mediche diverse. È possibile che la stessa persona abbia una disabilità grave, un certo grado di invalidità e sia anche non autosufficiente, ma si tratta di tre condizioni distinte.
Quali sono i requisiti per le agevolazioni legge 104?
La legge 104 comprende diversi sostegni, come i permessi lavorativi retribuiti, i congedi straordinari, le detrazioni fiscali e altre forme di aiuto. Nella maggior parte dei casi, si richiede la disabilità in situazione di gravità (articolo 3, comma 3), anche se ci sono prestazioni per cui è sufficiente una disabilità meno grave (comma1).
Ogni beneficio ha requisiti propri: ad esempio, per i permessi lavorativi, il disabile deve avere un rapporto di lavoro dipendente e, se la richiesta è fatta da un familiare, va provata la necessità di assistenza continua.
Sul piano fiscale, quando si acquistano beni o servizi mirati al miglioramento dell’autonomia, la legge 104 riconosce aliquote ridotte dell’Ica e detrazioni se l’uso è strettamente legato alla disabilità.
Pubblichiamo contenuti sull’invalidità civile anche nella chat Telegram, su YouTube e thewam.net.
Quali sono i requisiti per i permessi retribuiti legge 104?
I permessi retribuiti (3 giorni al mese) possono essere richiesti sia dalla persona disabile in situazione di gravità sia dal familiare che le presta assistenza. Se la persona con disabilità richiede i permessi per sé, la condizione necessaria è il riconoscimento formale dell’handicap grave (comma 3), oltre all’assenza di un ricovero a tempo pieno.
Quando invece i permessi sono chiesti dal coniuge, dal partner unito civilmente, dal convivente di fatto o da un parente entro il 2° grado (o entro il 3° in casi eccezionali), occorre dimostrare che l’assistenza è effettiva e continuativa.
Se la distanza tra la residenza del lavoratore e quella del disabile supera 150 chilometri, bisogna provare gli spostamenti con una documentazione idonea (ad esempio, i titoli di viaggio). Per ottenere i permessi, si presenta una specifica domanda all’INPS sei si è dipendenti privati o all’amministrazione di riferimento, per i dipendenti pubblici.
Quali sono i requisiti per il congedo straordinario legge 104?
Il congedo straordinario retribuito, della durata massima di due anni nell’arco della vita lavorativa, è destinato a chi assiste un familiare con handicap grave riconosciuto ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104.
Può beneficiarne il coniuge o partner unito civilmente, il convivente di fatto, i figli, i genitori o, in mancanza di questi, altri parenti e affini entro il 3° grado.
In genere, è richiesta la convivenza con la persona disabile, ma per i genitori del disabile tale requisito non si applica; inoltre, in alcune situazioni il figlio che assiste il genitore disabile può spostare la propria residenza in un momento successivo all’avvio del congedo. Può essere ritenuta valida, ma per massimo un anno, la dimora temporanea (concessa a chi si trasferisce per garantire l’assistenza da un comune a un altro).
Non è possibile superare complessivamente i due anni di congedo retribuito per assistenza, nemmeno in caso di più familiari disabili: se un altro familiare ha già fruito dell’intero periodo per la stessa persona, il congedo non può essere concesso di nuovo.
Per avviare la pratica, si trasmette apposita istanza all’INPS, allegando il verbale che dimostra la gravità dell’handicap e gli altri documenti richiesti.
Quali sono i requisiti per la priorità nella scelta della sede?
Il lavoratore disabile grave o il familiare che lo assiste ha la possibilità di ottenere la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio, a patto che non ci siano ragioni organizzative ostative. Per questo nella normativa è stato inserita l’espressione “ove possibile”.
In pratica, c’è, il diritto a chiedere il trasferimento per avvicinarsi alla persona da assistere, ma non è un diritto assoluto: dipende infatti anche dalla esigenze organizzative e gestionali dell’azienda o dell’amministrazione.
Nella pubblica amministrazione, chi vanta un’invalidità superiore ai due terzi vede riconosciuto il diritto di scelta prioritaria fra le sedi disponibili. Questa tutela mira a ridurre disagi e tempi di spostamento, assicurando al disabile o a chi lo assiste la massima compatibilità tra lavoro e necessità di cura.
Quali sono i requisiti per il rifiuto al trasferimento?
La legge 104 consente al lavoratore con disabilità grave, oppure a chi si prende cura di un familiare disabile in situazione di gravità, di opporsi a un trasferimento non gradito. È indispensabile che la persona dimostri la condizione di disabilità grave o l’effettiva attività di assistenza.
L’azienda, prima di disporre lo spostamento, deve verificare se le esigenze organizzative siano compatibili con il diritto del dipendente a restare vicino al proprio domicilio o a quello della persona assistita.
Quali sono i requisiti per il rifiuto al lavoro notturno?
Il disabile in situazione di gravità può non accettare di svolgere turni notturni. Lo stesso vale per il familiare che presta assistenza a un parente con handicap grave, se per garantire la cura è necessario evitare l’orario di lavoro in fascia notturna.
Anche in questo caso, si richiede una documentazione ufficiale che certifichi la disabilità grave e la necessità di una presenza costante o regolare per soddisfare i bisogni della persona assistita.
Quali sono i requisiti per l’agevolazione legge 104 per l’acquisto di veicoli?
La legge 104 riconosce diverse agevolazioni fiscali a chi deve comprare un veicolo per sé o per un familiare disabile. L’obiettivo è facilitare la mobilità della persona con ridotta capacità motoria, sensoriale o psichica.
Le principali misure sono la detrazione IRPEF del 19% sul prezzo del veicolo (fino a un limite di 18.075,99 euro), l’IVA agevolata al 4%, l’esenzione dal bollo auto e l’esonero dall’imposta di trascrizione.
Queste condizioni si applicano soltanto se l’auto è effettivamente utilizzata dal disabile, o se il disabile è fiscalmente a carico e il mezzo è acquistato da un familiare che lo assiste.
Per ottenere queste facilitazioni, è indispensabile rientrare in specifiche tipologie di disabilità riconosciute. Ne sono un esempio i disabili con gravi difficoltà nella deambulazione o nella motricità, quelli con handicap psichico o mentale che percepiscono l’indennità di accompagnamento, e le persone cieche o sorde. Può rientrare anche chi ha subito pluriamputazioni.
È necessario fornire la documentazione che attesti sia la disabilità sia l’eventuale diritto all’indennità di accompagnamento, oltre alla certificazione di handicap grave (articolo 3, comma 3) quando la legge 104 lo prevede.
Un’altra condizione da non trascurare riguarda la finalità dell’acquisto. Il veicolo dev’essere adatto o adattato alle esigenze del disabile. In alcuni casi, se la ridotta capacità motoria impone modifiche specifiche come l’acceleratore al volante, i comandi al volante o l’allargamento delle portiere, occorre che tali adattamenti risultino dalla carta di circolazione e siano realizzati entro determinati tempi rispetto all’acquisto.
Le agevolazioni possono essere richieste soltanto una volta ogni quattro anni, a meno che il veicolo precedente non diventi inutilizzabile a causa di un grave incidente o di gravi malfunzionamenti.
Se il mezzo viene venduto o trasferito prima dei due anni dall’acquisto, in linea di massima occorre restituire i benefici fiscali ottenuti, eccetto se il trasferimento è dovuto a ragioni particolari (per esempio un cambio di disabilità).
Per avviare la procedura è necessario conservare fatture e documenti fiscali, dimostrando l’utilizzo del veicolo da parte della persona disabile.
Bisogna inoltre indicare la spesa nella dichiarazione dei redditi, se si intende usufruire della detrazione IRPEF del 19%. In caso di IVA agevolata, occorre presentare al concessionario l’adeguata certificazione (verbale legge 104, prescrizione degli adattamenti ecc.) e richiedere la fatturazione con aliquota ridotta.
Quali sono i requisiti per la detrazione per figlio disabile a carico?
La normativa fiscale prevede una maggiorazione della normale detrazione per figli a carico quando il figlio è disabile. Di solito, per essere considerati “a carico”, i figli devono avere un reddito annuo non superiore a 2.840,51 euro o 4.000 euro (se hanno meno di 24 anni).
Se il figlio possiede una certificazione di disabilità grave ai sensi della legge 104 (articolo 3, comma 3), la detrazione base spettante viene aumentata.
Questa detrazione aggiuntiva si somma alla detrazione ordinaria già prevista per i figli a carico. Per calcolarla correttamente, il genitore che la richiede deve indicare i dati del figlio disabile nella dichiarazione dei redditi, specificando la condizione di disabilità.
È importante verificare la documentazione medica rilasciata dalla commissione che accerta l’handicap. Se il figlio risulta fiscalmente a carico di entrambi i genitori, la quota di detrazione può essere ripartita tra di loro o interamente fruita da uno solo, purché esistano accordi e la normativa lo consenta.
In alcuni casi, la presenza di un figlio con disabilità può influire anche su altre misure familiari, come i permessi lavorativi o gli assegni familiari, se la normativa di riferimento lo consente. È bene tenere presente, dunque, che l’innalzamento della detrazione è uno dei vari modi in cui l’ordinamento cerca di sostenere le famiglie con figli che necessitano di cure o attenzioni speciali.
Quali sono i requisiti per il contributo per l’abbattimento delle barriere architettoniche?
La Legge 13/1989 è il riferimento principale per chi vuole migliorare l’accessibilità delle abitazioni private, adeguando spazi e strutture alle esigenze di chi ha difficoltà motorie o sensoriali. A questa legge si affianca la Legge 104/1992, che tutela chi presenta un handicap (specie se grave) e può offrire ulteriori vantaggi nel percorso di abbattimento delle barriere.
In questa cornice normativa, chi risulta disabile (anche ai sensi della Legge 104) o chi vive in un condominio dove risiede almeno una persona con disabilità, può chiedere un contributo pubblico per realizzare interventi di adeguamento. Il fine è garantire maggiore fruibilità degli spazi interni ed esterni, inclusi corridoi, porte, scale e servizi igienici.
Quali opere sono ammesse
Tra le soluzioni più comuni rientrano l’installazione di ascensori e montascale, la creazione di rampe, l’allargamento delle porte per consentire il passaggio di una sedia a rotelle e l’adattamento dei bagni (ad esempio con sanitari e rubinetterie adeguati). Qualsiasi lavoro che riduca o rimuova barriere fisiche o impedimenti strutturali, rendendo gli ambienti più accessibili alla persona disabile, è potenzialmente agevolabile.
Procedura e requisiti
La domanda di contributo va presentata al Comune, prima di iniziare i lavori, utilizzando un modulo che spesso si trova sul sito dell’ente o negli uffici preposti. Occorre allegare la documentazione medica che attesti la disabilità e, di norma, una breve descrizione o un progetto degli interventi proposti.
Le amministrazioni pubbliche valutano la gravità della disabilità (certificata anche dalla Legge 104), la situazione reddituale della famiglia e l’eventuale disponibilità di fondi.
Se la richiesta viene accettata, il Comune stabilisce l’entità del contributo, che di solito è proporzionale al costo dei lavori. È poi necessario che l’intervento sia autorizzato e rispetti le normative urbanistiche, edilizie e di sicurezza vigenti.
Spese ammissibili e calcolo del contributo
Le spese per la manodopera e le forniture dei materiali specifici (come strutture, ausili, componenti elettroniche o meccaniche) rientrano nel costo complessivo. In base all’importo totale dei lavori, il contributo può coprire una percentuale maggiore o minore della spesa sostenuta.
Se l’onere economico è elevato e il reddito del richiedente è contenuto, spesso il rimborso è più consistente. Una volta conclusi i lavori, si devono presentare le fatture e la documentazione che provano la conformità dell’opera agli standard di accessibilità. Il pagamento del contributo di norma avviene a saldo, dopo la verifica degli interventi eseguiti.
Quali sono i requisiti per le agevolazioni per l’acquisto di sussidi tecnici e informatici con la legge 104?
La legge 104 consente di usufruire di vantaggi fiscali quando si acquistano strumenti che favoriscono l’autonomia e l’integrazione delle persone con disabilità.
L’idea di base è facilitare l’accesso a prodotti, apparecchiature e software che migliorino la vita quotidiana, riducendo gli ostacoli derivanti dalla minorazione fisica o sensoriale.
Chi può usufruire delle agevolazioni
Ha diritto a queste agevolazioni la persona disabile ai sensi della legge 104. Se è fiscalmente a carico, le stesse misure spettano anche ai familiari, come coniuge, genitore o figlio, che effettuano direttamente l’acquisto. L’elemento decisivo è il legame tra l’uso del dispositivo e la condizione di disabilità.
Beni che rientrano nei sussidi
Sono considerati sussidi tecnici e informatici i dispositivi che permettono di agevolare l’autosufficienza o di promuovere la comunicazione e l’inclusione sociale. Ne fanno parte computer, tablet, smartphone, software progettati per l’accessibilità (ad esempio sistemi di puntamento speciale o sintesi vocale), lettori e stampanti Braille, tastiere e mouse ergonomici, sensori per l’ambiente e molti altri prodotti in cui la tecnologia svolge un ruolo cruciale.
Ogni bene deve servire a compensare o ridurre gli svantaggi prodotti dalla menomazione o a migliorare l’autonomia della persona. In presenza di disabilità motoria, un ausilio potrebbe essere un braccio robotico per afferrare oggetti o un particolare comando per usare dispositivi elettronici solo con il movimento del capo. Nel caso di disabilità visiva, possono risultare essenziali dispositivi dotati di assistenza vocale, come screen reader o ingranditori di testi e immagini.
Agevolazioni fiscali previste
Due sono i principali vantaggi:
IVA agevolata al 4%: anziché la normale aliquota al 22%, si applica l’IVA ridotta, il che rende il prodotto più accessibile in termini di prezzo finale.
Detrazione IRPEF del 19%: la spesa sostenuta per l’acquisto (comprensiva dell’IVA agevolata) può essere portata in detrazione nella dichiarazione dei redditi, riducendo l’imposta dovuta.
Documentazione e requisiti
Per ottenere queste agevolazioni è essenziale:
Certificazione di handicap (o invalidità) rilasciata da una commissione competente, che attesti la menomazione e, in caso di legge 104, indichi l’eventuale gravità.
Prescrizione medica (spesso rilasciata dallo specialista o dal medico di base), che dimostri l’utilità del sussidio per far fronte alle esigenze connesse alla disabilità.
Fattura o scontrino che riporti in maniera chiara sia la descrizione del prodotto, sia i dati dell’acquirente.
Nel momento in cui si paga, è importante utilizzare metodi tracciabili (carta di credito, bancomat, bonifico) e conservare con cura la documentazione, perché potrebbe venire richiesta dall’Agenzia delle Entrate in fase di controllo.
Spese detraibili e condizioni di fruizione
L’agevolazione non copre solo il costo di acquisto in senso stretto, ma può includere anche eventuali adattamenti o installazioni necessarie al funzionamento del dispositivo.
Se il bene richiede un’assistenza speciale o un addestramento all’uso (si pensi a certi software complessi), è bene verificare se anche questi costi rientrano tra le spese agevolabili.
È importante che la documentazione medica sia coerente con le caratteristiche del prodotto acquistato: se si compra uno smartphone con funzionalità di sintesi vocale per una persona con grave deficit visivo, la prescrizione dovrebbe sottolineare come la funzione di riconoscimento vocale o di lettura dello schermo rappresenti un requisito indispensabile per la vita quotidiana del disabile.
Quali sono i requisiti per la pensione anticipata e l’Ape sociale per chi assiste familiari con la 104?
Quando una persona presta assistenza continuativa a un familiare con disabilità grave, la normativa offre la possibilità di anticipare il pensionamento o di accedere ad alcune forme di sostegno economico in attesa della pensione vera e propria.
Una tra queste è la cosiddetta quota 41 per i “lavoratori precoci”, mentre l’altra è l’Ape sociale (nel paragrafo successivo verifichiamo anche la terza strada, Opzione donna)
Pensione anticipata con quota 41
I lavoratori precoci hanno iniziato a versare contributi prima dei 19 anni e possono andare in pensione con 41 anni di contributi totali, invece dei 42-43 anni generalmente richiesti.
Se si assiste un familiare con disabilità grave, si deve dimostrare di averlo fatto per almeno sei mesi (spesso è richiesta anche la convivenza o, comunque, la vicinanza), e che l’handicap sia riconosciuto in base all’articolo 3, comma 3, della legge 104. Non bisogna essere già titolari di altre pensioni dirette.
Un ulteriore requisito è aver accumulato 12 mesi di contribuzione effettiva prima del compimento dei 19 anni. Questa condizione certifica lo status di “precoce”. L’INPS, una volta verificate tutte le condizioni, concede la pensione anticipata.
Ape sociale come misura di sostegno
L’Ape sociale è un’indennità riservata a persone che hanno almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi. Chi assiste, da almeno sei mesi, un coniuge o un parente di primo grado (come un genitore o un figlio) con grave disabilità, rientra tra i possibili beneficiari.
Se non ci sono questi familiari di primo grado, talvolta può essere accettata la cura di parenti di secondo grado, ma solo se i genitori del disabile o il coniuge hanno superato una certa soglia di età o hanno gravi problemi di salute.
Per l’Ape sociale, è necessaria una domanda specifica all’INPS, allegando il verbale di disabilità grave del familiare e le prove che dimostrino l’assistenza (dichiarazioni di convivenza o di frequenti presenze domiciliari, se richieste).
Aspetti da considerare
Chi vuole accedere a queste forme di anticipo pensionistico deve verificare di:
Non possedere già un trattamento pensionistico diretto.
Possedere i requisiti di età e contribuzione (63 anni e 5 mesi e 30 anni di contributi per l’Ape sociale, 41 anni di contributi per i lavoratori precoci).
Essere stato attivo nel prestare assistenza, con un periodo minimo di sei mesi prima della richiesta.
Essere lavoratore dipendente o autonomo, in regola con i versamenti contributivi.
Quali sono i requisiti per Opzione donna per chi assiste familiari con la 104?
“Opzione donna” permette alle lavoratrici di andare in pensione in anticipo, se hanno maturato 35 anni di contributi e hanno raggiunto 61 anni di età anagrafica.
La lavoratrice deve aver prestato assistenza continuativa per almeno sei mesi a un familiare con handicap grave (articolo 3, comma 3, legge 104). Di solito, questi familiari sono il coniuge, i figli o i genitori, ma in assenza di tali soggetti sono inclusi anche parenti di secondo grado. Se pure costoro non possono assistere il disabile per età o patologie, si estende a parenti o affini di grado ulteriore. È comunque la norma a stabilire nel dettaglio la “gerarchia” dei familiari.
Per provare l’assistenza effettiva, si presentano dichiarazioni o altri documenti che dimostrino la convivenza, il sostegno regolare o altre forme di supporto (ad esempio accompagnare il familiare alle visite, occuparsi delle terapie domiciliari, svolgere mansioni che richiedono la presenza continua). Inoltre, la lavoratrice che sceglie Opzione donna accetta il calcolo contributivo della pensione, che in molti casi risulta meno vantaggioso rispetto al metodo retributivo o misto. Prima di decidere, è utile fare una simulazione per comprendere l’effettivo importo della pensione futura.
Quali sono i requisiti per la detrazione e la deduzione delle spese mediche?
Le spese sanitarie sostenute da una persona con handicap grave oppure dai familiari che l’hanno a carico fiscalmente godono di detrazioni e talvolta di deduzioni. Il beneficio fiscale può coprire cure mediche, farmaci, protesi, ausili e trattamenti riabilitativi necessari alla disabilità, senza l’applicazione di una franchigia (obbligatoria invece per le spese comuni).
Detrazione IRPEF del 19%
È prevista su tutti i costi connessi alla disabilità, inclusi interventi chirurgici, accertamenti clinici, terapie, visite specialistiche e prestazioni di personale infermieristico o fisioterapico. Non si applica la franchigia standard di 129,11 euro, prevista invece per le spese mediche “ordinarie”.
Deduzione dal reddito
Alcune spese, dette di “assistenza specifica”, possono essere dedotte dal reddito complessivo, abbassando così la base imponibile. È il caso di prestazioni sanitarie di particolare intensità (come l’assistenza infermieristica domiciliare continuativa o la riabilitazione specialistica prescritta).
Mezzi di ausilio e supporto
Sono inclusi nell’agevolazione i mezzi per la deambulazione, il sollevamento, l’accompagnamento (come carrozzine, apparecchi acustici e montascale), purché siano collegati alla disabilità. Anche in questo caso, la documentazione medica che giustifica l’acquisto è fondamentale.
Documenti richiesti
Per far valere la detrazione o la deduzione, occorre conservare:
Il verbale che attesta lo stato di handicap grave o, in casi meno frequenti, altre certificazioni mediche.
Le prescrizioni che dimostrino la necessità di certe cure o dispositivi.
Le fatture, gli scontrini parlanti o le ricevute in cui sono specificati il nome e la natura dei beni o servizi pagati.
In fase di dichiarazione dei redditi, questi documenti vanno indicati secondo le procedure previste (ad esempio usando il modello 730 o Redditi PF). Se sorgono dubbi, è consigliabile rivolgersi a un CAF, un patronato o a un professionista abilitato (commercialista, consulente fiscale).
Sul diritto di rifiuto del trasferimento e della sede vicino al domicilio, non siete aggiornati, perché la Cassazione , sezione lavoro, ha stabilito che anche il disabile non in condizione di gravità, ha diritto a scegliere la sede più vicina a casa . C'è molta confusione nella vostra guida sulla 104 , dovreste aggiornarvi su cose di vitale importanza , perché il disabile sia lieve che grave è sempre una persona con menomazioni che ha diritto a vivere una vita "normale"