Ricorso invalidità: cosa devi sapere sull'accertamento tecnico preventivo
Ti spiego in questo articolo come funziona nei dettagli l'Accertamento tecnico preventivo, ovvero la parte decisiva dei ricorsi contro l'INPS per l'invalidità o la disabilità.
Se ti appresti a presentare un ricorso giudiziale per l’invalidità o la disabilità, sarebbe opportuno leggere questo articolo.
Ti spiego nei dettagli, citando leggi e circolari, come funziona il nucleo centrale del ricorso: l’accertamento tecnico preventivo (ATP).
Come saprai, non è possibile avviare una causa legale per l’invalidità, la cecità, la sordità o la disabilità senza prima chiedere un controllo tecnico per verificare le condizioni sanitarie.
Vediamo in questo articolo come funziona nei dettagli, quali sono i tempi, le procedure, il ruolo del giudice.
Ma anche come funziona la contestazione, se l’esame del consulente tecnico non soddisfa una delle parti.
E pure come si procede nel caso si decidesse di avviare un successivo giudizio di merito.
Ti spiego anche cosa accade se nel corso del procedimento si verifica il peggioramento delle condizioni di salute del cittadino che ha presentato il ricorso.
Insomma, una guida completa. Utile per comprendere fino in fondo i meccanismi che regolano il ricorso e che potrebbe consentirti di avere un’arma in più (la conoscenza) per ottenere quanto ritieni ti debba spettare.
La riforma del contenzioso previdenziale e assistenziale
La legge del 15 luglio 2011, n. 111, ha introdotto una serie di modifiche per migliorare l’efficienza nei procedimenti legati all’invalidità e alla disabilità. L’obiettivo è rendere i processi più rapidi, economici e trasparenti, riducendo il numero delle cause in tribunale. Per fare questo, è stato aggiunto un nuovo articolo al codice di procedura civile: l’articolo 445-bis, che introduce l’accertamento tecnico preventivo obbligatorio (ATP).
Prima di poter avviare una causa legale per invalidità civile, cecità, sordità o disabilità, è obbligatorio richiedere un controllo tecnico iniziale per verificare la situazione sanitaria. Serve a stabilire se la richiesta di benefici economici o diritti legati all’invalidità è fondata.
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L'accertamento tecnico preventivo obbligatorio (ATP): come funziona
L'articolo 445-bis stabilisce che, per avviare una causa legale su questioni di invalidità, handicap o disabilità (come pensioni di invalidità o assegni), è necessario prima richiedere un accertamento tecnico preventivo (ATP).
Passaggi principali:
Presentazione della richiesta:
Chi vuole far valere i propri diritti deve presentare un'istanza al tribunale della zona di residenza. La richiesta va indirizzata al giudice competente, indicando che si desidera una verifica delle condizioni sanitarie legate alla propria invalidità.
Ruolo del giudice:
Il giudice nomina un consulente tecnico (di solito un medico esperto) per eseguire l'accertamento. Il professionista verifica se la condizione sanitaria giustifica il beneficio richiesto, seguendo regole specifiche.
Condizione obbligatoria:
L’ATP è un passaggio obbligatorio. Senza questo controllo, non è possibile procedere con una causa. Se il controllo non viene fatto, il giudice lo richiede e assegna un tempo massimo di 15 giorni per avviare o completare la procedura.
Interruzione della prescrizione e dichiarazioni delle parti
L'ATP interrompe la prescrizione
Quando si presenta la richiesta di accertamento tecnico preventivo (ATP), la decorrenza dei termini di prescrizione viene interrotta. Significa che il tempo previsto per far valere i tuoi diritti viene sospeso fino al completamento della procedura. È un vantaggio per il cittadino, perché evita di perdere la possibilità di procedere per scadenza dei termini.
Il ruolo delle parti dopo il controllo
Dopo che il consulente tecnico nominato dal giudice ha concluso la sua verifica, le parti coinvolte (ad esempio, chi richiede l’invalidità e l’ente come l’INPS) devono comunicare se accettano o contestano i risultati.
Termine massimo di 30 giorni: le parti devono dichiarare entro 30 giorni se accettano o meno le conclusioni del consulente. La dichiarazione deve essere presentata per iscritto, depositata presso la cancelleria del tribunale.
Cosa succede se non si contesta:
Se nessuna delle parti contesta le conclusioni del consulente, il giudice emette un decreto che conferma i risultati dell’ATP. Questo decreto è definitivo: non può essere modificato o impugnato e viene inviato all'ente competente, come l'INPS, per attivare i pagamenti o i benefici richiesti.
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Cosa succede in caso di contestazione
Se una delle parti non è d’accordo con le conclusioni del consulente tecnico (ad esempio, il cittadino o l’INPS), deve contestare formalmente i risultati entro 30 giorni. La dichiarazione deve essere presentata al giudice competente con motivazioni precise e documentate.
Procedura in caso di contestazione:
Presentazione del ricorso:
La parte che contesta i risultati deve depositare un ricorso presso il tribunale entro 30 giorni dalla dichiarazione di dissenso.
Il ricorso deve spiegare chiaramente i motivi della contestazione, indicando perché le conclusioni del consulente non sono corrette.
Esito della contestazione:
Il giudice esamina il ricorso e valuta i motivi indicati.
Alla fine del processo, emette una sentenza definitiva. Questa sentenza non può essere impugnata: la decisione presa è definitiva e non è possibile fare appello.
Tempi e conseguenze
Se la parte che contesta non rispetta i tempi o non fornisce motivazioni valide, il giudice può considerare il ricorso inammissibile. In questo caso, il procedimento si conclude a favore della parte che non ha contestato.