Come funziona la valutazione delle commissioni per l'invalidità
Vediamo come funziona la valutazione delle commissioni INPS, ovvero su quali basi, apparato per apparato, poggiano le decisioni che assegnano le percentuali di invalidità.
Conosci già le tabelle per l’invalidità che raggruppano le patologie e le menomazioni assegnando a ognuna una diversa percentuale di invalidità.
In questo articolo vado un po’ oltre: ti spiego come funziona la valutazione delle commissioni INPS. Ovvero: come viene calcolata la percentuale e in base a quali criteri.
Ti illustro anche il metodo utilizzato per i diversi organi o apparati del corpo. E quindi, come funziona la valutazione per i disturbi della vista, dell'udito, del cuore, della respirazione e così via.
Perché potrebbe essere utile? Il motivo lo puoi intuire: sapere su quali basi le commissioni esprimono un giudizio sul riconoscimento dell’invalidità può aiutarti a preparare meglio la documentazione medica da presentare.
Ma non solo. Ti dà anche una prima indicazione su quella che potrebbe essere la decisione dei medici.
Molto spesso le percentuali riconosciute sono inferiori alle attese. Ma se in alcuni casi la decisione della commissione sembra “restrittiva” rispetto alle reali condizioni del cittadino (e in questo caso è opportuno presentare ricorso), in altri le valutazioni seguono semplicemente i criteri che sono stati stabiliti dall’INPS (e il ricorso potrebbe rivelarsi inutile).
Capire come funziona lo schema che è alla radice delle decisioni adottate dalle commissioni, può quindi essere utile non solo per sapere cosa attenderci (e magari agire in via preventiva consegnando una certificazione più adeguata), ma anche per comprendere se il giudizio può dirsi in linea con i criteri INPS o se al contrario è palesemente sbagliato e il ricorso alla magistratura è giustificato e destinato a concludersi con una sentenza a favore.
Tabella delle infermità e capacità lavorativa
La tabella ministeriale è uno strumento che aiuta a valutare quanto una malattia o un'invalidità possa influire sulla capacità di lavorare di una persona. Serve dunque a misurare il livello di invalidità, cioè quanto una menomazione (un danno fisico o funzionale) riduce la capacità di svolgere un lavoro.
Come leggere le percentuali nella tabella
La tabella elenca sia malattie specifiche, per le quali è indicata una percentuale di invalidità fissa, sia malattie con danni più difficili da valutare.
In questi casi, la perdita di capacità lavorativa è classificata in fasce di percentuali che vanno da dieci punti in dieci punti (ad esempio, 10%, 20%, 30% e così via). La suddivisione aiuta a valutare le invalidità meno facili da definire.
Alcune malattie non sono presenti in tabella. In questo caso, il danno viene stimato per analogia (confronto) con altre malattie simili incluse nell’elenco.
Danno funzionale e capacità lavorativa
Il danno funzionale permanente si riferisce alla capacità lavorativa, cioè alla capacità di una persona di svolgere attività lavorative in generale.
La capacità può variare di poco, massimo cinque punti percentuali in più o in meno rispetto al valore base. Se la malattia o l’invalidità influisce su lavori che richiedono abilità specifiche della persona, il danno viene valutato anche su questa capacità semi-specifica o specifica.
In altre parole, se l’invalidità influisce anche sui lavori in cui la persona ha abilità particolari, il livello di invalidità può salire di qualche punto. Al contrario, se non influisce su lavori specifici, può diminuire leggermente.
Valutazione dell'invalidità per una singola malattia
Quando una persona ha una sola malattia o menomazione, la percentuale di invalidità viene calcolata in modi diversi, a seconda del tipo di infermità presente nella tabella:
Se la malattia è riportata in modo specifico e coincide per tipo e gravità con quella indicata, si assegna la percentuale fissa indicata.
Se la malattia è elencata con una fascia di percentuali (come 10%-20%, 20%-30%), la percentuale viene scelta all'interno di quella fascia, in base alla gravità.
Se la malattia non è elencata, si valuta il danno facendo una analogia con malattie simili per tipo e gravità.
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Valutazione dell'invalidità per più malattie
Quando una persona ha più malattie o invalidità, la valutazione dell'invalidità complessiva si fa seguendo questi criteri:
Si calcola prima la percentuale per ogni singola malattia, usando i metodi descritti nel paragrafo precedente (percentuale fissa, fascia percentuale, o confronto con malattie simili).
Successivamente, queste percentuali vengono combinate per determinare l'invalidità totale.
Invalidità da menomazioni multiple
Diverse menomazioni o patologie, possono influire sulla capacità lavorativa in due modi diversi: o agiscono insieme (in concorso funzionale) oppure si verificano solo contemporaneamente (coesistenza).
Le menomazioni in concorso funzionale sono quelle che colpiscono lo stesso organo o lo stesso apparato del corpo. Alcune combinazioni di menomazioni, come i danni agli occhi, all'udito o agli arti, hanno già una percentuale di invalidità stabilita in tabella.
Calcolo dell'invalidità per menomazioni nello stesso organo o apparato
Quando le menomazioni non sono già previste nella tabella, si calcola prima la percentuale per ogni singola menomazione. Si sommano poi in modo proporzionale, senza fare una somma aritmetica semplice. Perché il valore finale deve riflettere la perdita totale della funzionalità di quell'organo o apparato.
Secondo l’articolo 5 del D.Lgs. 509/1988, le menomazioni con una percentuale tra 0% e 10% non vengono considerate nel calcolo dell'invalidità totale, a meno che non siano collegate ad altre menomazioni più gravi.
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Calcolo dell'invalidità per menomazioni in organi o apparati diversi
Quando le menomazioni colpiscono organi o apparati diversi e non collegati tra loro, si calcola prima la percentuale di ogni menomazione separatamente. Poi si esegue un calcolo riduzionistico per ottenere l’invalidità totale usando la formula:
IT = IP1 + IP2 – (IP1 × IP2)
In questa formula:
IT è l’invalidità totale.
IP1 e IP2 sono le percentuali delle singole invalidità.
Esempio di calcolo
Se la prima menomazione è al 20% (IP1) e la seconda al 15% (IP2), il calcolo sarà:
IT = 0,20 + 0,15 – (0,20 × 0,15).
Questo dà come risultato 32% di invalidità totale.
Se ci sono più di due menomazioni, si ripete lo stesso calcolo per ogni nuova menomazione, usando delle tabelle di combinazione che facilitano il calcolo.
Uso delle protesi per ridurre il danno funzionale
Le Commissioni devono considerare se è possibile l’utilizzo di apparecchi protesici per migliorare la capacità lavorativa della persona. Le protesi, se ben tollerate e funzionalmente efficaci, possono ridurre la percentuale di invalidità.
La riduzione si applica quando le protesi consentono alla persona di svolgere lavori che richiedono capacità generiche, semi-specifiche (occupazioni che richiedono abilità particolari della persona) o capacità specifiche.
Elementi fondamentali della visita
Ogni visita deve essere documentata in modo chiaro, includendo questi elementi principali:
Informazioni generali:
Dati anagrafici (informazioni personali).
Qualifica professionale (ruolo e occupazione).
Esperienze lavorative: sia attuali che passate.
Storia medica:
Anamnesi familiare: eventuali malattie presenti in famiglia.
Anamnesi fisiologica e patologica: analisi della storia clinica, sia remota (passata) che recente.
Esame e accertamenti:
Esame obiettivo completo: valutazione delle condizioni fisiche.
Accertamenti di laboratorio e strumentali: test e diagnosi mediche necessarie.
Diagnosi e prognosi:
La diagnosi clinica deve rispettare quanto previsto dall’articolo 1, comma 3, del D.Lgs. 509/1988.
La prognosi deve specificare se la malattia o menomazione è destinata a rimanere e valutare il livello di danno funzionale.